P A G I N A – 21 –
B I O G R A F I A – P A G . 4
Fin da quando diede a far conoscere i propri poemi utilizzò lo pseudonimo di Atahualpa Yupanqui. L’etimologia di questo nome la diede lui stesso: “Viene da terre lontane per raccontar qualcosa” (Ata: “viene”; Ku: “da lontano”; Alpa: “terra”; Yupanqui: “racconterai”, “devi raccontare”).
Si racconta che le mani di Atahualpa rimasero gravemente ferite dai colpi inferti con il calcio delle pistole dai membri di un gruppo militare di estrema destra. Le Coplas del payador perseguido sarebbero, a quanto pare, una risposta a questa aggressione: “e per quanto mi tolgano la vita/o incatenino la mia libertà/e per quanto bruciacchino, forse,/la mia chitarra nei focolari/le mie canzoni sopravviveranno/nell’anima degli altri”. Questa canzone fu proibita in alcuni paesi, come, ad esempio, la Spagna franchista. Atahualpa fu esiliato a Parigi. Alla Sociedad Argentina de Autores y Compositores (SADAIC) risultano registrate circa 350 sue canzoni.[3]
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